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MASSIVE ATTACK

Genova | Arena del Mare | 11 luglio

“Berneschi, ascesa e caduta dell’ultimo re di Genova”. “Spese pazze, arrestate Piredda e Fusco”. “Cibo per gatti nelle spese dei consiglieri regionali liguri”. Ecco, il bello dei concerti dei Massive Attack è che vai convinto di sbirciare il mondo dal buco della serratura e poi finisci per ritrovarti davanti agli occhi le magagne di casa tua. Com’è successo a Genova. Quando sulle note di “Inertia Creeps” sui maxi schermi sono comparse frasi legate a Genova e agli ultimi fatti di cronaca. Insomma, un concerto globale ma dalla forte connotazione locale, perché a Del Naja & soci già da diversi anni piace mescolare la critica alle multinazionali con le magagne del posto, in un mix di alto e basso che alla fine rende ogni concerto un evento unico per davvero. Ma questa originalità si riversa anche sull’aspetto prettamente musicale? I concerti dei Massive Attack – esteticamente – sono fra le cose più belle in circolazione: schermi e luci a tratti sembrano lo show vero e proprio, con la musica a fare da colonna sonora. Ma il contesto generale è così perfetto e asettico, che pure la voce preziosa di Martina Topley-Bird finisce per rendere la metà della metà. Per carità, brani come “Angel” e “Risingson” funzionano benissimo e valgono da soli il prezzo del biglietto, ma tolta la cornice, la sensazione è che il contenuto del quadro non sia poi così ricco e generoso, anzi, a guardare bene ci trovi più mestiere che cuore. Nella scaletta tante perle, come la sempreverde “Teardrop” (che la Topley-Bird canta maluccio nell’occasione, purtroppo) e “Unfinished Sympathy” a chiudere un concerto di livello, ma non memorabile.

Francesco Casuscelli

 

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